colli euganei

Domenica 20 novembre 2015

Monti Sengiari e Lonzina

Ritrovo ore 8:00 presso il parcheggio delle piscine di Este, oppure alle 8:30 presso il muro del perimetro esterno di Villa Rosa a Tramonte (vicino all'Antica osteria da Mondo).
Dislivello 400 metri
Difficoltà: T-E

sengiari lonzina small

Organizzatore:
Elio Antoniazzi
Tel. 3492203016








monti sengiari e lonzina - 29 novembre 2015

Si parte da Tramonte di Teolo, vicino all'Antica Osteria da Mondo, in direzione Torreglia. Dopo 700 di strada asfaltata si gira destra imboccando una strada in salita, dapprima asfaltata e poi sterrata, che ci condurrà sul Monte Sengiari dopo essere saliti di 150. Nel 2007 i boschi di roverella sono stati attaccati dalla tortrice verde delle querce (tortrix viridiana) ma ora sembrano essere guariti.
Qui troviamo il ristorante Poggio Ameno e il campeggio dell'Associazione Campeggiatori Padovani.
Iniziamo a scendere fino a portarci sulla sella tra il monte Sengiari e il Lonzina, comunemente questo luogo viene indicato come Quota 101.
Tralasciamo via Malterreno e via Pozzacale che scendono per continuare diritti e in leggera salita lungo le pendici del monte Lonzina.
Al prossimo incrocio teniamo la sinistra continuando 500 metri circa, dopocichè svoltiamo su un sentierino in salita che diventerà sempre più ripido sino ad arrivare sulla sommità del monte.
Iniziamo a scendere sino ad incrociare la strada abbandonata prima che porta al Parco Lonzina. Dall'ampio piazzale si nota una sbarra di legno e dietro un sentiero che scende: noi lo seguiamo sempre in discesa a tratti ripida ed arriviamo al parcheggio dell'Abbazia di Praglia. Qui faremo una sosta per visitarla se possibile.
Riprendiamo il cammino seguendo tutto il perimetro esterno in direzione del monte Moscalbò.
Saliti sino al ristorante Il Capitello, con la statua della Madonna nell'incrocio, teniamo la sinistra e scendiamo alla chiesa di San Giorgio dove potremo gustarci un bel panorama. Continuiamo a scendere lungo la strada asfaltata sino allo stop dove giriamo a destra e dopo 100 metri circa incontriamo la bellissima Villa Rosa e dopo la nostra auto.

Villa Rosa rappresenta una delle residenze signorili più eleganti della zona.
L'edificio appartenuto ai Camposampiero e passato alla famiglia Rosa nel XVII secolo, fu rifatto all'inizio del Settecento su una preesistenza cinquecentesca. La facciata è caratterizzata nella parte centrale da triplici aperture, che variano per forma e dimensione sui tre piani delle villa, creando un ritmo architettonico armonioso ed elegante. Al piano terra il portale di accesso è incluso nel bugnato e collocato tra due piccole finestre ovali; al piano nobile si trova un poggiolo su cui si affacciano i tre portali centinati e ornati da mascheroni sulla chiave di volta; al secondo piano si aprono finestre quadrate sotto il timpano decorato con lo stemma dei proprietari e sormontato da statue.

La villa appartenne a Francesco Rosa, ricco commerciante che acquistò il titolo nobiliare veneziano e sposò Gabriella Carla Patin, figlia di un famoso medico parigino che insegnava presso l'Università di Padova.

All'interno le sale sono decorate con affreschi che risalgono all'inizio del Settecento; nel salone centrale sono raffigurati i Quattro Elementi sotto forma di figure allegoriche (il Carro di Giunone, il Trionfo di Cerere, Venere Giove e Vulcano). Sui soffitti di altre stanze si incontrano temi religiosi, come S. Francesco che riceve le stimmate, la Colomba dello Spirito Santo e la Colomba con una corona di rose. Anche nell'adiacente Oratorio di famiglia sono stati realizzati delicati dipinti con soggetti sacri frammisti a decorazioni fitomorfe: teste di cherubini e busti di santi si alternano con lo stemma di famiglia (una rosa rossa in campo d'oro), ripetuto varie volte e colorato con tinte vivaci.

La villa è attorniata da un curatissimo parco impreziosito da statue di pregio e recintato da alcuni dei più bei cancelli in ferro battuto fra tutte le ville venete, con elaborati ricami e ricercate volute fin sopra le cimase.